27 novembre 2017

ATPO: certificato medico senza spunta sulle condizioni di non autosufficienza

Si offrono alla lettura, due ordinanze, rispettivamente del:


Deve ritenersi sufficiente

Illegittimità costituzionale dell’art. 152, u. p. disp. di att. cpc - Sentenza Cort. Cost. n 241/2017

L'eccessiva gravità della sanzione e delle sue conseguenze, rispetto al fine perseguito, comporta la manifesta irragionevolezza dell'art. 152 disp. att. cod. proc. civ., ultimo periodo, il quale prevede che "A tale fine la parte ricorrente, a pena di inammissibilità di ricorso, formula apposita dichiarazione del valore della prestazione dedotta in giudizio, quantificandone l'importo nelle conclusioni dell'atto introduttivo".

L'ultimo periodo dell'art. 152 delle disposizioni di attuazione al codice di procedura civile prevedeva:

Art. 152. (Esenzione dal pagamento di spese, competenze e onorari nei giudizi per prestazioni previdenziali) 

4 novembre 2017

FRAZIONAMENTO GIUDIZIALE DEL CREDITO: COORDINATE ERMENEUTICHE

Troverete nell'articolo le coordinate ermeneutiche relative al frazionamento giudiziale del credito , se sia possibile proporre domande aventi ad oggetto diversi e distinti diritti di credito, sino all'ultima sentenza delle Sezioni Unite 4090 del 2017.

v Sezioni Unite n. 108 del 10 aprile 2000

I giudici di legittimità affrontano e risolvono il seguente contrasto giurisprudenziale:

28 ottobre 2017

Usura sopravvenuta: la Cassazione si è espressa sulla configurabilità

In calce il testo della sentenza

La fattispecie concreta:

Il 19 gennaio 1990 una società per azioni stipulava con un istituto di credito un mutuo decennale di 14 miliardi di lire con la previsione di un tasso di interesse del 7,75% fisso semestrale.

Entrata in vigore nel corso del rapporto contrattuale la legge 7 marzo 1996 n. 108, il tasso pattuito risultava superiore al tasso-soglia.

3 agosto 2017

Il mediatore c.d. atipico ha diritto alla provvigione?

Sul punto si sono contrapposti due distinti orientamenti giurisprudenziali:

1. Una prima tesi sostiene che al procacciatore di affari non può essere applicata la disciplina contenuta nella legge 39/1989 e, di recente, quella contemplata dal decreto legislativo 59/2010; più legata al dato normativo, tale posizione fa leva sulla diversità ontologica esistente tra la figura predetta e quella del mediatore c.d. tipico e caratterizzato da una condizione di terzietà rispetto alle parti che intendono concludere l’affare;